I giovani, soprattutto se appena laureati e con la voglia di crearsi una famiglia, cercano un lavoro e trovano solo precarietà e bassi stipendi. Scelgono ugualmente di svolgere la propria mansione o, meglio, quello che riescono a trovare e la adattano alle proprie capacità cercando di farsela piacere. Tutto questo però, dentro l’animo pesa e, alla fine, aumentano gli stati di stress, depressione e esaurimento nervoso. Se poi mettiamo anche che tantissime strutture non sono neppure a norma, è reale un aumento continuo di infortuni sul lavoro.
Lo rivela un nuovo studio dell’Istituto di ricerche economiche e sociali che ha svolto un lungo monitoraggio con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulle condizioni di lavoro dei giovani e il quadro emerso non è per nulla consolante. Le difficoltà occupazionali si fanno sentire e non è solo la crisi a farle restare costanti , ma è soprattutto la dequalificazione a causare sconforto generale e le condizioni di vita e lavoro sono complesse, con un forte impatto sulla loro salute, a livello psicologico ma anche fisico.
Per portare avanti l’indagine sono state verificate statistiche ufficiali ed intervistati mille lavoratori al di sotto dei 35 anni, rappresentanti di diverse categorie professionali e provenienti da varie parti del territorio e il risultato era sempre uguale. Insomma, una intera generazione in crisi.Senza contare che una ricerca Ires del 2009, parlava di un infortunio sul lavoro su tre che coinvolge un lavoratore sotto i 35 anni, così come un morto sul lavoro su tre. Se poi entriamo direttamente nell’ambito potere decisionale, notiamo che nessun ragazzo, anche con un minimo di competenze riesce a farsi valere e non ha la possibilità di mostrare la minima autonomia. Questo malgrado il consistente aumento dei contratti a progetto i quali promettevano di garantirlo. Cresce, infine, il cosiddetto ‘ricatto occupazionale’ cui sono sottoposti, causa disoccupazione crescente, coloro che si mettono in cerca di lavoro. Stipendi al minimo e possibilità di scelta zero per un lavoro che manca e se c’è non è mai del tutto adeguato.